Ristorante inclusivo Numero Zero
Numero Zero è un ristorante inclusivo che impiega forza lavoro composta per oltre il 50% da persone con disturbo psichico affiancati da professionisti della ristorazione e supervisionati da uno staff clinico. È stato inaugurato il 28 novembre 2019 dall’Associazione RealMente APS in collaborazione con la Fondazione La Città del Sole, all’interno di un edificio storico sede, dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 18.00, del Centro Diurno FuoriPorta. Il progetto supera il modello rigido di Centro Diurno Psichiatrico e sfrutta appieno le potenzialità della struttura nelle ore serali e nei giorni festivi, creando occasioni di socialità, integrazione e lavoro.
Nel 2021 lo staff di progetto è stato insignito, nella persona della Direttrice di Numero Zero Vittoria Ferdinandi, del titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente Sergio Mattarella.
Lo staff è composto da 9 persone con disturbo psichico affiancati da 5 professionisti della ristorazione, coordinati e supervisionati dallo staff di progetto e dallo staff clinico della Fondazione La Città del Sole. Dei 9 inserimenti lavorativi, 4 sono titolari di regolare contratto di assunzione, mentre gli altri stanno realizzando tirocini lavorativi retribuiti della durata di 12 mesi. C’è accordo con i Servizi di Salute Mentale territoriali per mantenere aperte in futuro le posizioni di tirocinio lavorativo per nuovi inserimenti.
L’attività di imprenditoria sociale è stata espressamente pensata per dare risposta a uno dei bisogni primari delle persone, il lavoro, base fondamentale per l’autonomia, il riconoscimento di sé e del proprio ruolo sociale. A fronte della sua importanza, il bisogno lavorativo risulta sostanzialmente inevaso, essendo a tutti gli effetti il mondo del lavoro impermeabile alle persone con disturbo mentale. Esiste sì la Legge 68/99, ma i suoi effetti positivi si riverberano quasi esclusivamente su disabili fisici in grado di garantire una certa produttività. E tale impermeabilità ha tutte le sue giustificazioni: l’inserimento lavorativo di una persona con un problema di natura psichica è estremamente complesso da avviare e gestire, il paziente è spesso soggetto a momenti più o meno lunghi di crisi, e difficilmente riesce ad attuare i propri compiti nei modi e nei tempi previsti e richiesti da un’attività produttiva, per cui le imprese, se non hanno alternative, spesso preferiscono pagare la penale prevista per non aver ricoperto i posti di collocamento mirato obbligatorio piuttosto che assumere. Preso atto di tutto ciò, l’unica soluzione veramente efficace per dare risposta al bisogno lavorativo di persone con disturbi mentali è creare ad hoc attività di impresa sociale, ed è quello che è stato fatto con Numero Zero.